L’arresto di Mohammad Hannoun e di altri attivisti non è sicurezza: è repressione delegata.
Quando le accuse arrivano su input di uno Stato sotto accusa internazionale, la giustizia smette di essere sovrana e diventa strumento politico. L’aiuto umanitario viene criminalizzato, mentre i veri responsabili di crimini contro l’umanità restano intoccabili.
Il rastrellamento su base identitaria non è un incidente, ma un segnale. Lo Stato smette di colpire i comportamenti e inizia a colpire le identità, la sicurezza diventa pretesto e la repressione criterio.
Non è tutela dell’ordine. È paura del dissenso.
La storia insegna una cosa sola: quando la legge smette di proteggere le persone e inizia a selezionarle, non siamo più davanti alla sicurezza, ma alla sua negazione, alla normalizzazione dell’ingiustizia.
La solidarietà non è terrorismo.
La resistenza non si arresta.
La solidarietà non si processa.
Freedom Flottilla Italia
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